Mille lire al mese
Che disperazione, che delusione dover campar,
sempre in disdetta, sempre in bolletta!
Ma se un posticino domani cara io troverò,
di gemme d'oro ti coprirò!
Se potessi avere mille lire al mese,
senza esagerare, sarei certo di trovar
tutta la felicità!
Un modesto impiego, io non ho pretese,
voglio lavorare per poter alfin trovar
tutta la tranquillità!
Una casettina in periferia, una mogliettina
giovane e carina, tale e quale come te.
Se potessi avere mille lire al mese,
farei tante spese, comprerei fra tante cose
le più belle che vuoi tu!
Ho sognato ancora, stanotte amore l'eredità
d'uno zio lontano americano!
Ma se questo sogno non si avverasse,
come farò.... il ritornello ricanterò!
Se potessi avere . . .
Questa canzone, che ho voluto riportare per intero all'attenzione di tutti, fu cantata da Gilberto Mazzi nel 1939.
Viene quasi naturale l'analogia con la nostra nuova moneta e si potrebbe cantare il vecchio ritornello in questo modo:
"Se potessi avere, 1000 euro al mese".
Viene quasi naturale l'analogia con la nostra nuova moneta e si potrebbe cantare il vecchio ritornello in questo modo:
"Se potessi avere, 1000 euro al mese".
Nella canzone si parla delle difficolta' di un normale cittadino dell' epoca, in difficoltà economiche, come tanti, e che affidava ad un posto fisso (sogno rimasto giustamente radicato in molti di noi....chi è d'accordo con il precariato alzi la mano!!!), la speranza di una vita migliore, pur coltivando il sogno di una eredità, di un lascito da parte di un fantomatico zio d'America. Oggi chi ci crede più allo zio Sam....però sono in molti a bruciarsi con slot machines, gioco del lotto et similia....ma questo è un altro discorso!!
STATISTICAMENTE
Le mille lire al mese cantate da Mazzi risultano, però, essere uno stipendio molto piu' basso rispetto all'appena dignitosa busta-paga di mille euro di adesso. Eppure, le tabelle contenute in un volume pubblicato dall' Istat, che sintetizza l'evoluzione del valore della moneta dal 1861 (Unità d'Italia) ai giorni nostri (sulla base della variazione degli indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati) dice proprio questo.
Il volume indica analiticamente i coefficienti di rivalutazione da utilizzare per sapere a quante lire (od a quanti euro) di oggi corrisponde una determinata quantita' di lire (o di euro) degli anni passati, a partire appunto dal 1861. E, nel caso dell' anno 1939, il coefficiente da utilizzare corrisponde a 1.384,5142, il che significa che un lira di allora equivaleva a poco meno di 1.385 lire di oggi; cioe' che mille lire di 65 anni fa erano pari a circa un milione 385mila del 2003, ossia a circa 715 euro.
Queste sono le tabelle, in cui vengono mostrati i coefficienti da relazionare ad ogni decennnio dal 1861 al 2003.
ANNI -- COEFFICIENTI
1861 --> 7.663,7927
1871 --> 7.239,9885
1881 --> 6.786,5119
1891 --> 6.764,5963
1901 --> 7.116,9989
1911 --> 6.354,2063
1921 --> 1.507,7519
1931 --> 1.615,0887
1941 --> 1.025,3402
1951 --> 27,1742
1961 --> 20,5292
1971 --> 13,7514
1981 --> 3,2730
1991 --> 1,4529
2003 --> 1,0000
1861 --> 7.663,7927
1871 --> 7.239,9885
1881 --> 6.786,5119
1891 --> 6.764,5963
1901 --> 7.116,9989
1911 --> 6.354,2063
1921 --> 1.507,7519
1931 --> 1.615,0887
1941 --> 1.025,3402
1951 --> 27,1742
1961 --> 20,5292
1971 --> 13,7514
1981 --> 3,2730
1991 --> 1,4529
2003 --> 1,0000
Purtroppo oggi nel 2007, nonostante quello che ministri e politici possono dire, il costo della vita è semplicemente raddoppiato, e gli stipendi sono rimasti quelli del 2003....
Io nel 2000 da operaio percepivo uno stipendio da oltre 800 euro, cifra che oggi i nostri "ricercatori Universitari" spesso stentano a ricevere (vedi le polemiche di qualche mese fa in proposito "Lettera aperta al presidente della Repubblica").
Adesso, invece, da laureato (laurea in Fisica) non solo non percepisco nessuno stipendio, ma è difficile pure entrare nel mondo della ricerca e della scienza. Per questo, credo, che i pochi fortunati, siano disposti a lavorare anche a 800 euro al mese, o , addirittura, da come ho sentito in tv da alcune persone intervistate in merito:"...Lo farei anche gratis, perchè questo è il lavoro che voglio fare...".
Preciso che non sono le testuali parole, ma il concetto è quello che ci colpisce e soprattutto.... il GRATIS..... Io non lo farei....gratis no. Ho investito tanti anni, in cui potevo lavorare e percepire stipendio, in un cammino di studi lungo e difficile, per il sapere innanzitutto e per una posizione dopo, che mi permettesse di recuperare il tempo perso. Pensavo che, dopo che lo stato aveva investito su di me per darmi una preparazione, attraverso strutture, insegnati, e quant'altro, decidesse infine di utilizzare questa sua risorsa invece......mi ha dato la mano, un pezzo di carta e ha chiuso la porta.
(E poi parlano di fuga dei cervelli...lo credo bene...peccato che molti di quelli che sono tornati in base a particolari agevolazioni , si siano poi ritrovati con un pugno di mosche....Ancora una volta meglio l'estero?......Peccato veramente un peccato!)
Ma dico, oggi l'università italiana sta sfornando una marea di disoccupati....dottori si....ma disoccupati e preoccupa, a livello nazionale anche la qualità della preparazione di questi ragazzi.
Allora io direi basta alle scienze del tombolo e delle merendine...., basta inflazionare l'università...., torniamo un attimino alla serietà che ci contraddistingueva, anche all'estero.
Comunque, se potessi avere 1000 euro al mese.....sicuro qualcosina potrei fare....ma senza nemmeno quelle.....la vedo difficult, more difficult!!!
Io nel 2000 da operaio percepivo uno stipendio da oltre 800 euro, cifra che oggi i nostri "ricercatori Universitari" spesso stentano a ricevere (vedi le polemiche di qualche mese fa in proposito "Lettera aperta al presidente della Repubblica").
Adesso, invece, da laureato (laurea in Fisica) non solo non percepisco nessuno stipendio, ma è difficile pure entrare nel mondo della ricerca e della scienza. Per questo, credo, che i pochi fortunati, siano disposti a lavorare anche a 800 euro al mese, o , addirittura, da come ho sentito in tv da alcune persone intervistate in merito:"...Lo farei anche gratis, perchè questo è il lavoro che voglio fare...".
Preciso che non sono le testuali parole, ma il concetto è quello che ci colpisce e soprattutto.... il GRATIS..... Io non lo farei....gratis no. Ho investito tanti anni, in cui potevo lavorare e percepire stipendio, in un cammino di studi lungo e difficile, per il sapere innanzitutto e per una posizione dopo, che mi permettesse di recuperare il tempo perso. Pensavo che, dopo che lo stato aveva investito su di me per darmi una preparazione, attraverso strutture, insegnati, e quant'altro, decidesse infine di utilizzare questa sua risorsa invece......mi ha dato la mano, un pezzo di carta e ha chiuso la porta.
(E poi parlano di fuga dei cervelli...lo credo bene...peccato che molti di quelli che sono tornati in base a particolari agevolazioni , si siano poi ritrovati con un pugno di mosche....Ancora una volta meglio l'estero?......Peccato veramente un peccato!)
Ma dico, oggi l'università italiana sta sfornando una marea di disoccupati....dottori si....ma disoccupati e preoccupa, a livello nazionale anche la qualità della preparazione di questi ragazzi.
Allora io direi basta alle scienze del tombolo e delle merendine...., basta inflazionare l'università...., torniamo un attimino alla serietà che ci contraddistingueva, anche all'estero.
Comunque, se potessi avere 1000 euro al mese.....sicuro qualcosina potrei fare....ma senza nemmeno quelle.....la vedo difficult, more difficult!!!
2 commenti:
........già se potessi avere mille euro al mese!!!anch'io sono d'accordo con te: tanti sacrifici per un investimento, a fondo perduto, direi... l'università!mi sn laureata in Economia Bancaria,ma di lavorare in banca, nanke con il binocolo :) a parte qst sogno nel cassetto, mi adatterei a fare qualunque cosa pur di lavoricchiare un po'... ma nn c'è nulla!si esce dall'univ con tanta voglia di fare, di cambiare il mondo... ma ci si accorge presto che è lui a cambiare noi!e bisogna adattarsi a fare qlc cosa solamente per sopravvivere!è un po' triste, ma è la realtà che ci offre il nostro Stato!cmq mai perdere la fiducia... e per il mio sogno da banchiere... in fondo per sognare nn abbiamo bisogno di 1000 euro!
A presto...
Olga
What a great surprise! You're right my dear friend...Life is getting harder and harder!
Quando si e' bambini si e' certi di poter cambiare il mondo...purtroppo si cresce e ben presto ci si accorge che non e' poi cosi semplice vincere un OSCAR da attore protagonista nel film della vita....e la maggior parte di noi e' costretto non a "vivere" ma a "lasciarsi vivere".
E' il sistema che non funziona? May be...ma non e' una questione facilmente affrontabile e sopratutto non risolvibile al nostro livello.
"Possiamo cambiare il mondo, dobbiamo cambiare il sistema, noi siamo la societa'...." troviamo scritto sulle mura delle nostre citta'...
In realta, piu' che affrontare il problema da un'ottica sociologica individualistica, penso che bisogna affrontarla in maniera olistica pensando alla societa' non come la sommatoria di tutti gli individui ma come qualcosa di assolutamente unico, costituto dalle infinite interrelazioni esistenti, che segue dinamiche proprie e assolutamente non prevedibili.
Il sistema siamo noi, e' vero...ma non possiamo condizionarlo o cambiarlo.
Quindi non arrovvelliamoci a pensare cosa lo Stato potrebbe fare e non ha fatto o cosa sara in grado di fare prossimamente...i dati di fatto difficilmente possono cambiare. Ricicliamoci, reinventiamoci ma sopratutto adattiamoci al mondo del lavoro.
Cerchiamo di VIVERLA questa vita...il lavoro, qualunque esso sia e' soltanto un mezzo.
Se il lavoro non ci rendera felici, cerchiamo la felicita altrove.
David
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